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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

sociologia

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 L'evoluzione delle questioni di genere La questione della parità di genere fra uomini e donne, emersa in maniera conflittuale negli anni settanta del novecento, ha avuto profonde ripercussioni nel ridefinire i ruoli, le funzioni e le aspettative di genere non solo sul versante femminile ma anche su quello maschile. Per le donne, le lotte e le riflessioni sulla femminilità hanno rappresentato l'apertura di nuovi spazi nell'ambito del diritto, del lavoro, della sessualità e permesso il raggiungimento di livelli più elevati di istruzione, una maggiore autonomia economica, famigliare, sociale. Negli ultimi decenni l'autoriflessione e la denuncia delle donne non hanno più riguardato solo la società occidentale ma hanno coinvolto anche i paesi in via di sviluppo, dove combattere la diseguaglianza tra i sessi e l'oppressione femminile è una questione cruciale, con effetti anche drammatici per la vita delle persone.

sociologia

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  Il declino dell'industria Nei paesi del mondo occidentale oggi solo una parte minoritaria della popolazione attiva è impegnata nell'industria e una percentuale minima nell'agricoltura. Questa terziarizzazione dell'economia dipende almeno in parte dal fatto che, in virtù delle continue innovazioni tecnologiche, il settore primario e quello secondario hanno ormai raggiunto un livello produttivo molto elevato in presenza di una contemporanea riduzione del numero degli occupati. Come conseguenza, aumenta la quantità di lavoratori che trovano impiego nel terziario, dove l'innovazione tecnologica tendenzialmente non riduce l'occupazione, ma crea nuove professioni e quindi nuove opportunità di lavoro. per questo motivo le società occidentali odierne vengono spesso definite postindustriali, cioè in esse il processo di industrializzazione è giunti appunto al termine e ha lasciato posto a quello di terziarizzazione.

sociologia

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  La società postindustriale la terziarizzazione: Come in passato, anche l'evoluzione più recente della società occidentale è coincisa con rilevanti trasformazioni nel mondo del lavoro. Tuttavia, a differenza di quelle caratteristiche della società moderna, le trasformazioni più recenti hanno interessato non tanto l'organizzazione del lavoro industriale quanto la distribuzione dell'occupazione fra i diversi settori di attività. Mentre lo sviluppo della società industriale ha significato la nascita e la diffusione delle fabbriche, ciò cui si assiste oggi è una graduale ma constante riduzione dell'incidenza che il lavoro in fabbrica ha nel panorama generale della società. In proporzione, rispetto agli operai aumentano sempre di più colo che lavorano negli uffici, nelle attività di commercio o come liberi professionisti. Avviene una continua espansione del settore terziario a discapito dell'industria e dell'agricoltura.

sociologia

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 La società postmoderna La definizione di  società "postmoderna"  si deve al filosofo francese Lyotard, il quale parlò per la prima volta di postmodernità per descrivere la condizione della cultura contemporanea. Ciò che caratterizza l'epoca postmoderna, è la  "fine delle grandi narrazioni"  (Bibbia, poemi omerici, ecc) sulle quali tutte le società si sono basate per cercare di mettere ordine nella realtà e spiegare il senso delle cose. Questi grandi racconti non hanno dunque più presa sulle persone, che non vi cercano più la ragione di ciò che accade né vi si rivolgono per capire come agire. La cultura postmoderna è  anti utopica , ovvero priva di grandi ideali e pervasa da uno scetticismo verso i miti e le ideologie politiche (marxismo, liberalismo) Sono 4 le caratteristiche fondamentali della società postmoderna:  1) La centralità del sistema d'informazione e comunicazione:     L'informazione è diventata il principale mezzo di produzione e la merce p

pedagogia

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  L'educazione nazionale In termini di contenuti ogni nazione secondo Mazzini aveva maturato nel tempo una propria concezione culturale e religiosa che andava trasmessa alle giovani generazioni attraverso un sistema formativo funzionale alle idealità e agli interessi di tutta la nazione. I "doveri" derivano proprio dal rispetto dei princìpi su cui si basava la tradizione nazionale e di fatto risolvevano nella subordinazione volontaria del cittadino all'autorità dello stato e dell'uomo ai fini umanitari che lo trascendono. L'umanità in Mazzini non si traduceva perciò in vago cosmopolitismo: non vi è umanità se non c'è patria.

pedagogia

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  Giuseppe Mazzini Giuseppe Mazzini concordava ritenendo il rinnovamento politico dell'Italia un problema etico ed educativo. Senza la formazione di un popolo consapevole dei valori nazionali, sarebbe stato impossibile pensare al " risorgimento" dell'Italia. Mazzini nel 1831 fondò la giovine Italia che aveva scopo di creare una generazione di giovani patrioti non più cospiratori, come nel caso della Carboneria ma promotori a vasto raggio di nuovi sentimenti mediante l'azione educativa.  Pensieri e azione: appaiono inscindibilmente legate la passione politica, l'educazione del popolo e la formazione della coscienza personale. Il fine dell'educazione era individuato nelle presa di coscienza delle nuove esigenze poste dalla storia e nel riconoscimento della tradizione nazionale, in funzione del progresso sociale, morale e culturale di tutto il popolo. L'educazione del popolo veniva in tal modo associata strettamente all'impegno militare e finalizzato

psicologia

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 "Fare gli italiani" L'educazione dell'infanzia, la diffusione della scuola elementare, gli interventi in favore dei "giovani poveri e abbandonati" s'incrociarono in Italia, nei decenni di metà Ottocento, con il risorgimento nazionale. E la formazione dell'Italia unita, a sua volta, dovette fare i conti con svariate difficoltà. Era diffusa in gran parte della popolazione l'ignoranza tant'è che nemmeno riuscivano a capire cosa volesse dire "l'unità di Italia" e spesso percepivano l'obbligo scolastico come un oppressione simile a quella del servizio militare. Italiano doveva essere chi già si sentiva parte attiva e forte della comunità nazionale ed era perciò chiamato da un preciso dovere civico a ripiegarsi paternalisticamente verso il popolo per trasmettergli i nuovi valori della società borghese e liberale , ovvero la società della modernità